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Cappella Ducale di San Liborio

Nell’area occupata dalla chiesa attuale, nel 1722 il duca di Parma Francesco Farnese fece costruire un piccolo oratorio dedicato a san Liborio, che nel 1775 fu demolito per volere del duca Ferdinando di Borbone, allo scopo di sostituirlo con un nuovo luogo di culto di dimensioni molto più ampie, degne dell’adiacente reggia monumentale. E’ la seconda cappella di corte più grande d’Europa. 

La facciata monumentale è caratterizzata dal doppio ordine di paraste ioniche e dal grande arco centrale a tutto sesto, che, sostenuto da una coppia di elevate colonne, inquadra l’ingresso maggiore; all’interno di cinque nicchie aperte nella fronte principale sono collocate altrettante statue raffiguranti la Madonna col bambino ed alcuni santi, mentre al centro del maestoso timpano di coronamento campeggia un grande ovale in bronzo, con una serie di putti disposti a raggiera attorno alla scritta in lingua ebraica יהוה:Geova; in sommità si innalza infine una serie di pinnacoli alternati a slanciati vasi. 

La cupola è decorata con l’affresco dell’Incoronazione della Vergine tra profeti, patriarchi e santi in gloria, del pittore settecentesco Domenico Muzzi, autore anche dei dipinti sui pennacchi e delle tele ospitate nelle cappelle. Queste ultime accolgono anche i dipinti “Sacra Famiglia e santi”, di Pietro Melchiorre Ferrari (1780), “San Vincenzo Ferreri che risuscita una donna”, di Laurent Pécheux (1779), e “Martirio di san Pietro Martire”, di Giuseppe Baldrighi, la statua in terracotta della Pietà, di Laurent Guyard (1775), e quindici piccoli quadri rappresentanti i Misteri del Rosario, di Gaetano Callani, che realizzò anche il gruppo in cartapesta dell’Assunta e la pala “Predicazione di san Liborio”, che orna lo scenografico altare maggiore in marmi policromi.  

Il profondo coro è arredato con il notevole mobilio originario, realizzato tra il 1775 ed il 1777 da Michel Poncet e Ignazio Marchetti, che intagliarono anche il pulpito nel 1779 e gli arredi della sagrestia nel 1793.

Informazioni 

La chiesa è inserita nel percorso di visita della Reggia di Colorno

http://reggiadicolorno.it/la-storia/

Segreteria/biglietteria Reggia di Colorno

tel. +39 0521312545 – reggiadicolorno@provincia.parma.it

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Oratorio della Vergine del Buon Cuore – Copermio

Fu costruito per volontà di Ferdinando di Borbone negli anni 1771/72 sul fondo di uno stradone che si dirigeva a Copermio a partire dalla linea di divisione tra il giardino e il Serraglio. Il complesso è costituito dall’Oratorio intitolato a S. Maria del Buon Cuore e dal “Real Casino” che doveva servire da Palazzo di Riserva per gli ospiti.

La facciata è ornata dai busti di terracotta rappresentanti San Ferdinando e Santa Amalia. All’interno la cupola presenta una decorazione a stucco che raffigura gli Evangelisti, la Fede, la Carità e la Religione e al centro il Cuore di Maria.
All’interno vi erano importanti arredi lignei di Ignazio Marchetti (1771-73) e la statua in piombo di San Bernardo realizzata dal parigino Laurent Guyard (1771) autore anche della statua in cartapesta dipinta rappresentante la Madonna col Bambino. Nelle cappelle laterali due quadri capolavoro: “La Santa Amalia” dell’Abate Giuseppe Peroni del 1775 e la “Fede Incoronata, S. Luigi Re Di Francia e San Ferdinando Di Castiglia” di Pietro Melchiorre Ferrari allievo di Giuseppe Baldrighi.

Informazioni

Via Copermio a sera – 43052 Colorno (PR) –
Informazioni: Parrocchia di Colorno Telefono: + 39 0521 815588  
 
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Oratorio della Santissima Annunziata

Oratorio della Santissima Annunziata – Colorno

La costruzione, riedificata nel 1720, da Dorotea Sofia di Neoburg, moglie del duca Francesco Farnese, presenta una pianta ottagonale con due torri ed una cupola a doppia volta e un caratteristico tetto di piastrelle di maiolica gialle, blu e bianche. 

All’interno la cupola, affrescata da Sebastiano Galeotti con l’ “Assunta accolta in Paradiso dalla Trinità”,  si intravvede grazie ad un’apertura a stella. Sull’altare maggiore è posta “l’Annunciazione” di Giovanni Maria Piane detto il Molinaretto ( 1660 – 1745) e sui due altari laterali campeggiano “La Visitazione” e la “Natività”opere di Clemente Ruta. Sul portale d’ingresso fu posto, nel 1775, l’organo realizzato da Giovanni Cavalletti con cassa lignea intagliata da Ignazio Marchetti. Per lascito testamentario di Dorotea Sofia l’oratorio, la canonica e gli arredi annessi costituivano beni ereditari delle duchesse di Parm. 

Informazioni

Via Argine Santissima Annunziata – Loc. Vedole – 43052 Colorno (PR)

Telefono: + 39 0521 815588

Orari: non visitabile

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Chiesa di Santo Stefano

Chiesa di Santo Stefano – Colorno

La Chiesa di Santo Stefano sorge nel centro del paese e fu la prima sede parrocchiale di Colorno. L’edificio fu gestito, unitamente all’annesso convento, dai frati domenicani fino alla soppressione degli ordini decretata dal primo ministro ducale Guillaume du Tillot nel 1769. L’edificio fu profondamente modificato per volere del duca Ferdinando di Borbone nel 1798 su progetto di Pietro Cugini. Sulla facciata si trovano Angeli che sorreggono lo stemma borbonico in terracotta. L’attiguo convento nel 1798 fu invece concesso dal Duca ai gesuiti, che sotto la guida di Giuseppe Pignatelli intrapresero proprio da Colorno la nuova diffusione dell’ordine in Italia, prima della definitiva soppressione napoleonica. All’interno l’artista contemporaneo Omar Galliani tra il 1973 e il 74 ha realizzato un affresco raffigurante il Martirio di Santo Stefano. Il dipinto fu censurato con l’innalzamento di un muro che ne inibisse la vista: i personaggi espressivi e contemporanei, i colori forti ed una resa visiva, in alcuni casi, quasi fotografica, risultarono non solo incompresi, ma interpretati come fonte di scandalo in uno spazio consacrato. Nel 2003 fu demolito il muro e il dipinto ora sarebbe visibile ma purtroppo la chiesa è inagibile a seguito del terremoto del 2012.

Piazzale A Chevè 43052 – Colorno (PR) 

Informazioni

Parrocchia di Colorno 

Via Mazzini, 47 Telefono: + 39 0521 815588

Orari: non visitabile

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Duomo di Santa Margherita

Originariamente progettata a pianta rettangolare con tre navate divise da colonne corinzie, non aveva cappelle laterali ma solamente alcuni altari addossati ai muri; il soffitto era in legno e il pavimento in cotto. Nel corso dei secoli la chiesa fu più volte rimaneggiata per seguire i dettami della moda e le tendenze artistiche del tempo; della sua forma primitiva ora conserva tracce solo nell’abside, nel coro e in alcune porzioni della facciata. In particolare nel 1662, in occasione della visita del Duca Ranuccio II e della sua sposa, l’interno fu interamente imbiancato e furono cancellate le pitture cinquecentesche. Gli ultimi lavori risalgono al 1834-1844 quando, con la supervisione dell’architetto Giuseppe Tebaldi e i consigli di Nicola Bettoli, l’edificio assunse l’attuale aspetto neoclassico: le colonne vennero racchiuse dai poderosi pilastri, furono costruite otto cappelle e rifatta la pavimentazione. La facciata è piuttosto integra, legata cioè al progetto originale, mentre l’interno venne profondamente modificato con la costruzione delle cappelle laterali aggiunte nel 1834/36 su progetto dell’architetto Giuseppe Tebaldi, che le rimodellò al gusto neoclassico. La chiesa subì vari saccheggi: nel 1637 ad opera delle truppe spagnole, nel 1734 nella battaglia fra Austriaci e Franco-Sardi. Nel 1662 vennero imbiancati i dipinti che ornavano le pareti. Pregevole in controfacciata il quadro di “San Remigio che battezza Clodoveo”, opera di Clemente Ruta, dipinto verso il 1720. Prossimo all’ingresso è il monumento a Pier Luigi Belloni, eseguito in stile purista nel 1840 da Tommaso Bandini, allievo del celebre Lorenzo Bartolini, in origine collocato nel locale cimitero e poi trasferito in Santa Margherita nel 1889. Di grande bellezza il pulpito con lo stemma dei domenicani eseguito su disegno di Antonio Brianti e proveniente dalla chiesa domenicana di San Pietro Martire a Parma (distrutta per volontà di Napoleone nel 1813).
Artisticamente pregevole la quarta cappella a destra, aggiunta tra il 1660 ed il 1666, con magnifici stucchi di Domenico e Leonardo Reti raffiguranti “Angeli recanti simboli della passione” e “I quattro evangelisti”. Al centro della cappella spicca l’ancona con la preziosa “Ultima Cena” dipinta da Giovanni Venanzi nel 1668. Ammirevole in questa cappella l’altare in marmo di Domenico Della Meschina, artista che già aveva lavorato nella vicina San Liborio. Nell’abside dietro l’altare maggiore, spicca un’interessante ancona intagliata nel 1575 in legno dorato con all’interno il capolavoro di Francesco Cairo rappresentante “Il Martirio di Santa Margherita” dipinto nel 1637. Nella quinta cappella a sinistra si conserva il quadro “La Madonna con Bambino e Santi” dipinto nel 1818 da un ancor giovane Giovan Battista Borghesi, più tardi ritrattista ufficiale di Maria Luigia. La seconda cappella a sinistra conserva il quadro raffigurante “ San Rocco scoperto dai piacentini” dipinto da Alessandro Bedoli Mazzola nel 1568, su un disegno precedentemente eseguito dal più celebre padre Gerolamo Bedoli Mazzola cugino del Parmigianino. In canonica si custodisce il quadro “La Strage degli Innocenti” dipinto all’inizio del 1700 da Pier Ilario Spolverini.

Contatti

Parrocchia Santa Margherita

Via Mazzini – 43052 – Colorno (PR) – Telefono: +39 0521815558

Orari: aperta dalle 7.00 alle 12.00 e dalle 16.30 alle 18.00

Funzioni: da lunedì a venerdì alle 7.30 e 17.30; sabato alle 7.30 e 18.00; domenica alle 10.00, 11.30 e 17.00.

Tariffe: ingresso gratuito