Duomo di Santa Margherita
Originariamente progettata a pianta rettangolare con tre navate divise da colonne corinzie, non aveva cappelle laterali ma solamente alcuni altari addossati ai muri; il soffitto era in legno e il pavimento in cotto. Nel corso dei secoli la chiesa fu più volte rimaneggiata per seguire i dettami della moda e le tendenze artistiche del tempo; della sua forma primitiva ora conserva tracce solo nell’abside, nel coro e in alcune porzioni della facciata. In particolare nel 1662, in occasione della visita del Duca Ranuccio II e della sua sposa, l’interno fu interamente imbiancato e furono cancellate le pitture cinquecentesche. Gli ultimi lavori risalgono al 1834-1844 quando, con la supervisione dell’architetto Giuseppe Tebaldi e i consigli di Nicola Bettoli, l’edificio assunse l’attuale aspetto neoclassico: le colonne vennero racchiuse dai poderosi pilastri, furono costruite otto cappelle e rifatta la pavimentazione. La facciata è piuttosto integra, legata cioè al progetto originale, mentre l’interno venne profondamente modificato con la costruzione delle cappelle laterali aggiunte nel 1834/36 su progetto dell’architetto Giuseppe Tebaldi, che le rimodellò al gusto neoclassico. La chiesa subì vari saccheggi: nel 1637 ad opera delle truppe spagnole, nel 1734 nella battaglia fra Austriaci e Franco-Sardi. Nel 1662 vennero imbiancati i dipinti che ornavano le pareti. Pregevole in controfacciata il quadro di “San Remigio che battezza Clodoveo”, opera di Clemente Ruta, dipinto verso il 1720. Prossimo all’ingresso è il monumento a Pier Luigi Belloni, eseguito in stile purista nel 1840 da Tommaso Bandini, allievo del celebre Lorenzo Bartolini, in origine collocato nel locale cimitero e poi trasferito in Santa Margherita nel 1889. Di grande bellezza il pulpito con lo stemma dei domenicani eseguito su disegno di Antonio Brianti e proveniente dalla chiesa domenicana di San Pietro Martire a Parma (distrutta per volontà di Napoleone nel 1813).
Artisticamente pregevole la quarta cappella a destra, aggiunta tra il 1660 ed il 1666, con magnifici stucchi di Domenico e Leonardo Reti raffiguranti “Angeli recanti simboli della passione” e “I quattro evangelisti”. Al centro della cappella spicca l’ancona con la preziosa “Ultima Cena” dipinta da Giovanni Venanzi nel 1668. Ammirevole in questa cappella l’altare in marmo di Domenico Della Meschina, artista che già aveva lavorato nella vicina San Liborio. Nell’abside dietro l’altare maggiore, spicca un’interessante ancona intagliata nel 1575 in legno dorato con all’interno il capolavoro di Francesco Cairo rappresentante “Il Martirio di Santa Margherita” dipinto nel 1637. Nella quinta cappella a sinistra si conserva il quadro “La Madonna con Bambino e Santi” dipinto nel 1818 da un ancor giovane Giovan Battista Borghesi, più tardi ritrattista ufficiale di Maria Luigia. La seconda cappella a sinistra conserva il quadro raffigurante “ San Rocco scoperto dai piacentini” dipinto da Alessandro Bedoli Mazzola nel 1568, su un disegno precedentemente eseguito dal più celebre padre Gerolamo Bedoli Mazzola cugino del Parmigianino. In canonica si custodisce il quadro “La Strage degli Innocenti” dipinto all’inizio del 1700 da Pier Ilario Spolverini.
Contatti
Parrocchia Santa Margherita
Via Mazzini – 43052 – Colorno (PR) – Telefono: +39 0521815558
Orari: aperta dalle 7.00 alle 12.00 e dalle 16.30 alle 18.00
Funzioni: da lunedì a venerdì alle 7.30 e 17.30; sabato alle 7.30 e 18.00; domenica alle 10.00, 11.30 e 17.00.
Tariffe: ingresso gratuito