Liquore Sorbolino
Il “Sorbolo”, conosciuto anche come liquore nobile di sorbole, liquor ed sorbi, sorbolino, sorbolen, tipico dei territori di Sorbolo e Coenzo, è stato riconosciuto dalla Regione Emilia Romagna come PAT, Prodotto Agroalimentare Tradizionale.
La ricetta, di derivazione mantovana, è documentata già nel XVII secolo, quando il liquore nobile di sorbe figura come “liquore servito ai banchetti che il serenissimo marchese Gonzaga aveva fatto preparare in onore della regina Cristina di Svezia”.
Il sorbo è una pianta ad alto fusto che può arrivare fino a 15 metri d’altezza e vivere fino a 500 anni; tra Sorbolo e Coenzo pare fosse molto diffusa, tanto che da questo deriva il toponimo Sorbolo.
Anticamente il sorbo veniva coltivato davanti alle case, non solo a scopo ornamentale, ma anche e soprattutto perché, secondo antiche leggende, l’albero teneva lontano gli spiriti maligni e le streghe. Il liquore, che esiste in due versioni “Liquore nobile di sorbe” e “Sorbolino”, è ricavato dai frutti maturi.
Per preparare il Sorbolino si usano le bacche di sorbo che raggiungono la maturazione ideale a fine settembre inizio ottobre. Le sorbe, tagliate a metà, vanno lasciate a macerare nell’alcool per 30 giorni con uno sciroppo di acqua e zucchero. Trascorso il tempo di infusione si filtra, si schiacciano le sorbe con i rebbi di una forchetta e si lascia macerare ancora per sette giorni. Si filtra di nuovo e quindi si imbottiglia. Va fatto riposare per almeno due mesi prima di consumarlo. Il sorbolino ha un sapore dolce ma intenso, ideale per accompagnare i dessert.