Curiosità

Concerto Cantoni

Il Concerto Cantoni è stato fondato nel 1861 a Casale di Mezzani da Giuseppe Cantoni, suonatore di flicorno. Si tratta di una formazione musicale composta da una decina di esecutori. Era innovativa per quell’epoca, innanzitutto perché per la prima volta rendeva fruibile anche ai contadini e alle classi più umili la musica da ballo, valzer, polka e mazurca, fino ad allora presente solo nelle case dei nobili che potevano permettersi di pagare i musicisti. Il concerto nasce con le feste contadine che si svolgevano in occasione dei raccolti,  mietitura e vendemmia e delle sagre; ben presto diventa noto in tutto il parmense e province limitrofe e la sua partecipazione diventa molto richiesta.

Una peculiarità del Concerto Cantoni è il tipo di strumenti utilizzati, quasi tutti fiati. Questo lo differenzierà dalle formazioni romagnole per la mancanza di batteria e fisarmonica, da quelle modenesi e reggiane per l’assenza di fisarmonica e violini. Altra caratteristica del Concerto Cantoni è la presenza di tanti musicisti della stessa famiglia. Al momento della fondazione, Giuseppe Cantoni impiegherà i propri figli per suonare i vari strumenti, solo i clarinetti sono suonati da musicisti esterni. Nel corso degli anni si calcola che siano stati almeno una cinquantina gli elementi della formazione appartenenti alla famiglia Cantoni. Negli anni 60 il Concerto fu utilizzato anche sul set di alcuni film di Bernardo Bertolucci, NovecentoLa strategia del ragno e La tragedia di un uomo ridicolo e collaborò artisticamente con Giorgio Strehler e Roberto Leydi. Nel 2004 a Coltaro di Sissa è stato inaugurato un museo che espone i cimeli di questa formazione musicale.

per saperne di più:  Museo Cantoni http://www.museiparma.it/site

Il cippo di Caio Metello 

Il cippo romano che commemora Caio Metello, figlio di Marco, cittadino romano, vissuto  fra il I e il II secolo d.C, è una delle più antiche testimonianze del territorio sorbolese. Rinvenuto nel XVII secolo, il cippo fu in seguito adattato a celebrare la memoria dell’arciprete Ulisse Baroni che morì di peste nel 1630; in quell’occasione fu probabilmente eliminata la cimasa del monumento antico e aggiunta una nuova iscrizione, senza toccare il testo sulla facciata principale, in segno di rispetto per la sua antichità. E’ stato riscoperto nel 1950 in corrispondenza di una porta della canonica di Sorbolo, dove era stato riutilizzato con funzione di soglia. La sua importanza ha meritato la collocazione all’interno della chiesa di San Faustino e Giovita dove se ne può garantire, oltre alla protezione, anche la visibilità da parte di chiunque.

Per saperne di più http://www.diocesi.parma.it/parrocchie/sorbolo/