Curiosità
Colorno in festa per il passaggio di Giuseppe Garibaldi
La mattina del 2 aprile del 1862 Giuseppe Garibaldi mise piede a Colorno proveniente da Parma e diretto a Casalmaggiore. Non si trattenne molto, giusto il tempo di una veloce sosta per un saluto alla cittadina, e poi via, alla volta della terra “di là da Po”. Il Comune non badò a spese e fece erigere un arco trionfale all’entrata del paese, addobbi in piazza, colazione abbondante all’albergo «Della Posta» per nove persone (sei cocchieri, un palafreniere e due vetturali), e un rinfresco a base di paste e «sciampagna». Ad accogliere il Generale, alle porte di Colorno, c’erano il sindaco Giovanni Maria Levacher, il consigliere Antonio Chevé e tanti altri notabili. La popolazione lo accolse con molto entusiasmo, ed una giovane donna, esaltata dalle sue parole d’incitamento all’amor patrio, si presentò al Generale e gli chiese se poteva tagliargli una ciocca di capelli. Fu senz’altro accontentata (pare sia stata la figlia del farmacista Bocelli, che aveva combattuto con Garibaldi) e la ciocca è quella che tutt’oggi si conserva in Municipio. Non è l’unica reliquia appartenente all’importante personaggio presente nella collezione civica: si accosta alla sciabola donata al Generale dal governo francese per l’aiuto dato nella guerra prussiana, con la Campagna dei Vosgi (1870-71), pervenuta a Colorno attraverso il suo medico, il colornese Timoteo Riboli (1808- 1897).
I colornesi in seguito vorranno dimostrare la propria ammirazione per l’illustre personaggio dedicandogli la piazza principale del paese e una lapide che tuttora si vede nella stessa piazza, datata 2 giugno 1900, in ricordo della morte avvenuta a Caprera il 2 giugno 1882.
I garibaldini colornesi
Fattivo era stato il contributo da parte dei colornesi: in 35 erano partiti volontari e avevano preso attivamente parte alle campagne di guerra per liberare il Sud. I nomi si susseguono nella lista stilata dal Comune poco dopo l’unità nazionale.
Li vogliamo ricordare tutti: «Guzzoni Melchiorre, Braciforte comandante Lodovico, Battioni Leopoldo, Canali Demetrio, Monici Eugenio, Giacomo Valenti, Sporta Giuseppe, Pellegrini Cipriano, Pecchioni Francesco, Gerbella Demetrio, Bocchia Pietro, Zanardi Ernesto, Zanardi Dalmazio, Zanardi Giacomo, Zanardi Giovanni, Morenghi Giuseppe, Fano Mosè, Zoni Parisi Marianna, Garzia Angelo, Geminiani Luigi, Gatti Gaspare, Marchiani Narciso, Papini Adolfo, Piccinini Nicola, Montecchi Annibale, Mazzera Pietro, Piccoli Enrico, Sichel Rutilio, Amoretti Antonio, Avanzini Giglielmo, Geminiani Antonio, Angelini Luigi, Bonazzi Luigi, Negri Luigi, Caldarini Fabiano». Fu un contributo in forza umana, e in denaro, per la decisione di aderire all’iniziativa «dell’invitto Nostro Generale Garibaldi per l’acquisto d’un milione di fucili per la difesa dell’Italia». Il 3 novembre 1859 «volonteroso ed unanime» il Consiglio cittadino aveva deliberato il concorso del Comune «a sì eclatante proposta patriottica colla somma di lire cinquecento».
La storia di Colorno nei ritratti di Carlo Mattioli
Nella sala del Consiglio Comunale sono esposti sedici ritratti, del famoso pittore Carlo Mattioli, (nato a Modena nel 1911 e vissuto a Parma dove morì nel 1994) di personaggi famosi che, come risulta dall’archivio comunale, gli furono commissionati nel 1963, per conto del comune di Colorno, da Augusta Ghidiglia Quintavalle, allora sovrintendente alla Galleria di Parma, personaggi “che avessero sia per nascita che per legami politici o di cultura attinenza con la storia di Colorno”, sovrani, uomini d’armi e di chiesa, artisti e letterati.
L’investimento da parte del comune era dovuto all’ottemperanza alla legge 717 del 1949, detta legge “percento per l’arte“, che, ispirata all’art. 9 della Costituzione (promozione della cultura), obbliga gli enti pubblici, al momento della costruzione di un nuovo edificio, a destinare al loro abbellimento una quota non inferiore al 2% del valore dell’immobile, anche con l’acquisto di opere d’arte di pittura o scultura.
Nel 1964 fu infatti definitivamente demolita la storica “Longara” e fu dato inizio alla costruzione della nuova sede del Municipio, dove ancora oggi si possono ammirare gli austeri e solenni mezzo-busti di personaggi come Maria Luigia, Azzo da Correggio, Zaccaria Olivieri o il Vescovo Martino da Colorno.
Antonio Ligabue e “Il leopardo”
Tra i “tesori” artistici presenti in Municipio a Colorno, spicca il dipinto di Antonio Ligabue “Leopardo morso da una tarantola”. L’artista lo dipinse nel 1955 e con esso partecipò, l’anno seguente, al concorso di pittura “Città di Colorno”. Il 28 ottobre 1956 fu proclamato vincitore e ricevette un premio di ventimila lire. Il quadro, come da regolamento, venne acquisito dal comune e fa bella mostra di sé nell’ufficio del sindaco.
Nel 1999, nel centenario della sua nascita, per la serie tematica “Il patrimonio artistico e culturale italiano” fu emesso un francobollo commemorativo con l’immagine del Leopardo morso dalla tarantola.
Per la biografia e le opere www.fondazionearchivioligabue.it